Il pungiglione delle api è una sofisticata arma di difesa, utilizzata principalmente dalle operaie e dalla regina per proteggere la colonia in caso di minaccia; i fuchi, invece, ne sono sprovvisti.
Questo pungiglione è seghettato e solitamente non è visibile, venendo estratto dall'ape solo quando si sente in pericolo. Normalmente rimane celato nella "camera del pungiglione", una sorta di tasca situata nell'addome. È composto da tre parti distinte: uno stiletto e due lancette. Quando l'ape attacca, utilizza i muscoli addominali per inserire queste componenti nella vittima.
La particolare seghettatura del pungiglione impedisce all'ape di estrarlo dopo la puntura, rendendo l'operazione impossibile. Nel tentativo di liberarsi, l'ape è costretta a fare leva con le zampe, provocando la lacerazione dell'addome e, di conseguenza, la sua morte. È importante sapere che il pungiglione e la sacca velenifera ad esso collegata possono continuare a rilasciare veleno per un periodo prolungato se non rimossi delicatamente, evitando di premere la sacca.
Questa tragica conseguenza per l'ape non si verifica quando attacca altri insetti dotati di esoscheletro; in questi casi, l'estrazione del pungiglione avviene quasi sempre senza difficoltà.